««« Raccolta “Fuori di chiave” (1912)
04.01. Vecchio avviso
Pubblicata nella Riviera Ligure, febbraio 1904.….
Quand’ero al Reno… O amici miei Renani
dal franco, onesto viso!
Cercando tra le carte, un vecchio avviso
a stampa m’è venuto tra le mani:
NEL VIALE DEI PIOPPI OGGI ALL’APERTO
POCO DOPO LE TRE
OFFRONO AGLI AVVENTORI DEL CAFFÈ
GLI USSERI TROMBETTIERI UN GRAN CONCERTO.
Parean giganti degli antichi miti.
Trenta. E dentro ai polmoni
tutto il vento del nord. Ai loro tuoni
vedevo i pioppi tremare atterriti,
e le foglie cader come farfalle
morte, e uccelli cadere,
spennati questi dalle trombe fiere
e a quelle fatte qual per verno gialle.
Guardavo il ciel pensando: – «Or or si squarcia!
Morranno gli avventori?»–
Ma ché! Beati. Giú birra e liquori,
e col canto seguivano la marcia.
Poi, come presi da improvvisa insania,
in piedi, coi bicchieri
levati verso i trenta trombettieri,
tre volte urlaron: – «Viva la Germania!» –
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Noto soprattutto per le numerose e caratteristiche novelle, le singolari opere teatrali e gli altrettanto peculiari romanzi, Pirandello, agli albori della sua carriera, fu anche poeta. Un poeta che, nonostante fosse solo agli inizi, lasciava già intravedere chiare tracce non solo del suo inconfondibile stile, ma soprattutto della sua particolare visione del mondo e della natura umana. Nel 1960 vennero per la prima volta pubblicate in un’unica raccolta tutte le opere poetiche dell’autore, accompagnate da testi inediti pazientemente ricercati e recuperati fra i numerosi scritti sparsi. L’amore ed i rapporti fra uomo e donna, tematiche chiave in Pirandello, spesso trasfigurate da ambientazioni irreali e mitiche, mostrano già quelle lacerazioni e contraddizioni che col tempo diventeranno segni distintivi dell’intera opera pirandelliana. Basti pensare al titolo della prima raccolta poetica dell’autore, Mal giocondo, ossimoro che, dietro l’apparente scherzo nell’accostare due termini così dissimili, quasi a volersi burlare del lettore, anticipa le antinomie e incoerenze che saranno parte integrante delle successive opere teatrali e dei romanzi.
Amore e odio, quindi, ma anche beltà e tristezza, giovinezza e vecchiaia, ricchezza e povertà: sentimenti forti e contrastanti, che sembrano prendere vita ed uscire dai versi con irruenza, per rispecchiarsi in ogni animo umano.
Ma vi traspare anche la sfiducia tipicamente pirandelliana nei confronti della società e della classe dirigente, soprattutto nel delicato momento storico che Pirandello si trova a vivere, subito dopo l’unità d’Italia (1870), e che si riflette nelle efficaci e forti immagini della folla romana, descritta con spietata ironia nei suoi aspetti più negativi, peccaminosi e lascivi.
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