Legge Gaetano Marino. «Su un quadricello presso la mensola sorgeva un uccellaccio imbalsamato, dal collo e dalle zampe esili e lunghissime, il quale pareva guardasse spaventato, con gli occhi di vetro, gli attori muti di quella lugubre scena.» Prime pubblicazioni: Roma di Roma, in cinque […]
@Audio letture di Gaetano Marino
Legge Gaetano Marino. «S’era ormai radicata in tutti l’idea che non avesse in fondo ragione di lagnarsi di niente né d’adirarsi con nessuno; giacché, se da un canto era vero che gli uomini lo avevano sempre gabbato, era innegabile dall’altro che Dio, in compenso, lo […]
Legge Gaetano Marino. «Ma se ai topi di campagna, ai grilli, alle lucertole, agli uccelli, noi domandassimo notizia del coniglio, chi sa che cosa ci risponderebbero, non certo però, che sia una bestia paurosa.» Prima pubblicazione: Rivista d’Italia, marzo e aprile 1901, poi in Beffe […]
Legge Gaetano Marino. «E si fermò ad ammirare un prato, su cui una moltitudine di gambi esili, dritti, stendevano come un tenuissimo velo, tutto punteggiato in alto da certi pennacchietti d’un rosso cupo, bellissimi.» Prime pubblicazioni: Il Tirso, 1 giugno 1905, poi in La vita […]
Legge Gaetano Marino. «Tutt’a un tratto, s’alzò. Appena in piedi, gli parve strano che si fosse alzato. Avvertì che non si era alzato da sé, ma che era stato messo in piedi da una spinta interiore, non sua, forse di quel pensiero riposto, come in […]
Legge Valter Zanardi. «Per tutto il tempo che durò il viaggio di nozze, non solamente poi si coricò in quello stesso letto, ma desinò e cenò anche negli stessi ristoranti, dove la buon’anima aveva condotto a desinare la moglie…» Prime pubblicazioni: La Riviera ligure, luglio […]
Legge Gaetano Marino. «E le avevano messo quella veste lunga, ora così… su un corpo, che lei non si sentiva. Assai più del suo corpo pesava quella veste! Si figuravano che ci fosse qualcuna, una donna, sotto quella veste lunga, e invece no…» Prime pubblicazioni: […]
Legge Gaetano Marino. «Il terremoto d’allora non fu veramente come quest’ultimo. Ma le case, ricordo io, traballarono bene. I tetti si aprivano e si richiudevano, come fanno le palpebre.» Prime pubblicazioni: Corriere della Sera, 10 aprile 1910, poi in La trappola, Treves 1915. Il […]
Legge Gaetano Marino. «Il lastricato delle strade aveva schizzato faville tutto il giorno al cupo fracasso dei loro scarponi imbullettati, di cuojo grezzo, massicci e scivolosi.» Prime pubblicazioni: Corriere della Sera, 16 febbraio 1913, poi in La trappola, Treves, Milano 1915. «Requiem aeternam dona eis, […]
Legge Gaetano Marino. «Sì, perché in fondo, via, era vedovo, ma appena: si poteva dire che quasi non aveva avuto tempo d’essere ammogliato. E quanto ai figliuoli, sì, c’erano, ma non erano suoi.» Prime pubblicazioni: Corriere della Sera, 31 marzo 1912, poi in La trappola, […]
Legge Gaetano Marino. «Quale ignoto dramma si chiudeva in quelle due donne vestite di nero, in viaggio, lontane dal loro paese? Chi piangeva o perché piangeva, così pallida e vinta nel suo cordoglio, quella giovane signora?» Prima pubblicazione: Il Marzocco, 24 febbraio 1901. Nenia Adattamento e […]
Legge Gaetano Marino. «La fresca, placida tenebra, trapunta da tante stelle, sul mare, avvolgeva il loro cordoglio, che si effondeva nella notte e palpitava con quelle stelle e s’abbatteva lento, lieve, monotono con quelle ondate su la spiaggia silenziosa.» Prime pubblicazioni: Corriere della Sera, 1° […]
Legge Gaetano Marino. «Mi è avvenuto non di rado di ritrovare nelle novelle di parecchi miei colleghi certi personaggi, che prima s’erano presentati a me; come pure m’è avvenuto di ravvisarne certi altri, i quali, non contenti del modo com’io li avevo trattati, han voluto […]
Legge Gaetano Marino. «Non si ha il diritto di rubare, lo so. Ma è da vedere se non se ne ha il dovere, perdio, quando quattro bambini ti piangono per il pane e tu questo schifoso denaro lo hai tra le mani e lo stai […]
Legge Gaetano Marino. «Ammazzare il cane a un contadino siciliano? Ma si guardassero bene dal rifar la prova! Ammazzare il cane a un contadino siciliano voleva dire farsi ammazzare senza remissione. Che aveva da perdere colui?» Prime pubblicazioni: Corriere della Sera, 13 marzo 1913, poi […]
Legge Gaetano Marino. «Nella gabbia, sospesa tra le tende al palchetto della finestra, stava la notte soltanto, e, di giorno, nei brevi momenti che si recava a beccare il suo miglio e a bere con molti inchini smorfiosi una gocciolina d’acqua. Era insomma come la […]
Legge Gaetano Marino. «La commozione si spiegava forse così: che in quella casa finalmente, dopo tanti giorni di vana e amarissima ricerca, il povero vecchietto sperduto era riuscito a rintracciare un vestigio della vita antica, un posticino ove sedere, dopo tanto cammino, senza sentirsi estraneo […]
Legge Gaetano Marino. «– No! Che rimorso? Non c’è da aver rimorsi, quando non s’è voluta la colpa… Tu non puoi intendere! Come non avrei potuto intenderlo io se, considerando quel che è avvenuto a tuo marito, non avessi pensato al mio!» Prime pubblicazioni: Aprutium, […]