Il testo e lo spettacolo nascono nel 1935 dalla collaborazione tra il giovane Eduardo De Filippo e il maestro Luigi Pirandello, dialogato in due atti e tre quadri, che andò in scena per la prima volta nel 1937 al teatro Manzoni di Milano.
Il loro progetto nacque intorno all’omonima novella di Pirandello, che Eduardo individuò come adatta ad una trasposizione teatrale e che segnò in qualche modo il distacco di Eduardo dal fratello Peppino, alla ricerca di un teatro più profondo, meno di evasione. Purtroppo Pirandello morì durante la stesura definitiva del testo e non vide mai la sua rappresentazione.
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L’incontro tra Pirandello e Eduardo avviene nel 1933 al “Sannazzaro” di Napoli. L’amicizia fra i due dura tre anni durante i quali la “Compagnia del Teatro umoristico” rappresenta Liolà e Il berretto a sonagli in versione napoletana.
Nonostante le influenze , si possono rintracciare significative differenze fra la concezione teatrale di Eduardo e quella pirandelliana; per evidenziarle può essere utile l’ analisi della trasposizione in forma di commedia della novella pirandelliana L’abito nuovo (1937): Una nuova vita (l’abito nuovo) cerca di scacciare la vecchia e ciò avviene solo quando il protagonista, il signor Crispucci, pur ferito dal tradimento della moglie , permette alla figlia di godere dell’eredità. Il pessimismo pirandelliano non scaturisce dalle strutture sociali ma dall’interiorità dei protagonisti, il pensiero diventa un chiodo fisso, l’ affannosa ricerca di un senso in una realtà che sfugge e “non conclude”.
In Eduardo il motivo dell’ onore e dell’ orgoglio ferito si mescola con quello della “carne”, l’eredità diventa un pretesto comico ma diverso dall’ “umorismo ” pirandelliano. Il dramma affonda nel sociale, nel contrasto tra classi, tra ricchezza e povertà.
Per la società la scelta del signor Crispucci è quella di un pazzo ma il protagonista, immedesimandosi nella “maschera” di folle creata dagli altri, brinda alla ricchezza ottenuta senza fatica: è il riso, amaro, di un uomo tradito. La “corda pazza” pirandelliana riaffiora, trasfigurata dalla “farsa tragica” tipica di Eduardo.