Prima pubblicazione 1908, Roma, W. Modes Libraio–Editore.
Arte e scienza. Saggio pubblicato nel 1908 (ma è la rielaborazione del precedente Scienza e critica estetica, già edito nel 1900), che dà il titolo all’intera raccolta di saggi. Prendendo esplicitamente le distanze dall’estetica di Benedetto Croce, Pirandello rifiuta sia la dicotomia tra arte e scienza sia la concezione crociana dell’arte come intuizione lirica.
Indice
I. Arte e scienza
II. Un critico fantastico
III. Illustratori, attori e traduttori
IV. Per uno studio sul verso di Dante
V. Poscritta
VI. Soggettivismo e oggettivismo nell’arte narrativa
VII. Per l’ordinanza d’un sindaco
VIII. I sonetti di Cecco Angiolieri
IX. Appendice: Per le ragioni estetiche della parola.
Arte e scienza
Introduzione
Arte e scienza, composto tra il 1906 e il 1908, è considerato uno degli epicentri teorici della riflessione estetica condotta da Pirandello i cui principi non saranno mai smentiti nelle opere successive.
Nel saggio, lo scrittore ha modo di approfondire alcune tematiche già sviluppate nella produzione narrativa, tra cui l’idea dell’instabilità dell’identità individuale che si ricollega all’opera dello psicologo Alfred Binet, precursore di Freud e della psicanalisi. Dall’opera Le alterazioni della personalità, Pirandello aveva infatti appreso che la personalità degli uomini è molteplice poiché muta a seconda delle situazioni e si chiede «qual partito potrebbe trarre da questi esperimenti la critica estetica per la intelligenza del fenomeno non meno meraviglioso della creazione artistica».
Questo è solo uno degli spunti che porterà Pirandello a riflettere sulla mutevolezza dell’uomo e dunque sul tema della follia, dello sdoppiamento e della dissociazione individuale che sono la causa di una profonda angoscia esistenziale.
In Arte e scienza Pirandello puntualizza inoltre la distanza dalla dottrina del filosofo Benedetto Croce affermando che l’opera d’arte non è una pura e irrazionale esperienza lirica, ma si collega alla logica, alla scienza e alla ragione: «tutto il rapporto è assolutamente arbitrario, e l’arbitrio consiste appunto nell’avere fin da principio staccato con un taglio netto le varie attività e funzioni dello spirito, che sono in intimo inscindibile legame e in continua azione reciproca; nell’avere scisso la compagine della coscienza, considerandone solo una parte, che soltanto per astrazione può immaginarsi disgiunta dalle altre, e nell’aver fondato l’arte su questa».
Sinossi a cura di Daniela Di Lisio da Liber Liber
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