Perché rileggere oggi la novella di Ciàula

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Di Claudia Pecoraro

La costruzione di questa novella non ci rivela subito il suo significato, proprio per la sua complessità, ma ci rimanda al ricordo del protagonista, come se tutta la vicenda fosse sepolta nell’oscurità aspettando di riemergere, come del resto la sua vita

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Perché rileggere oggi la novella di Ciàula
I carusi – Onofrio Tomaselli olio su tela 1905. Immagine dal Web.

Il naso che guarda la luna in una notte di Pirandello:
perché rileggere oggi la novella di Ciàula

Che parallelismo possiamo trovare tra il decadentismo dei primi del Novecento e i giorni attuali? Ce lo dice la novella di Pirandello, Ciàula scopre la luna.

da ReWriters

Questo terzo decennio del XXI secolo, con i suoi fermenti che indirizzano verso una sfiducia nei confronti dell’esperienza scientifica e della competenza medica, consente qualche azzardato parallelismo con il decadentismo del primo decennio del secolo scorso, che si contrapponeva alla razionalità del positivismo scientifico. Decadentismo che richiama alla memoria la novella Ciàula scopre la Luna, di Pirandello, che nonostante l’ambiente e i personaggi, non è veristica bensì decadente.

E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore”.

Intorno a Ciàula ci sono le trasformazioni che, delineando il sistema economico e politico tra gli ultimi decenni dell’800 e primi del ‘900, diventano un elemento fondamentale anche del quotidiano, facendo in modo che l’economia crei delle differenze tra le varie aree geografiche: le città diventano delle metropoli e ogni singolo individuo acquista un ruolo anonimo rispetto ai suoi simili.

Crescono così le tensioni interne nei singoli stati dovute alla differenza tra le varie classi sociali; le tensioni tra stato e stato, che iniziavano a manifestarsi durante la prima guerra mondiale diventano come un catalizzatore dell’inizio del nuovo secolo. Il ruolo dell’intellettuale cambia: la sua figura non è più di educatore-guida come a metà ‘800, e proprio per questo motivo, più consapevole del grosso cambiamento che riguarda in prima persona la figura dell’uomo.
Il mondo, allora come oggi, non appare ai suoi occhi così semplice ma con sempre più frequenti sfumature complesse, proprio perché il movimento che caratterizza le trasformazioni è sempre più veloce. Assistiamo al passaggio tra due secoli e le loro società: dove da una parte vengono lasciate andare le certezze nei valori che erano state parti fondamentali dell’800, per dare spazio alle incertezze in un progresso positivo: come la percezione del vuoto, dove lo stesso uomo non è in grado di comunicare con gli altri e vive tutto come una solitudine e malattia (intesa come stato di insofferenza).

Lo scrittore di questo secolo così irreale, prendendo spunto da tutto questo pervadere di inquietudine, dove non riesce a sentire la sua figura come fulcro di un mondo in continuo movimento, crea dei personaggi che guardano all’interno del proprio inconscio dimenticando di relazionarsi con la realtà che gli appartiene.

La lettura di Novelle per un anno dove estrapoliamo Ciàula scopre la luna, apre a chi lo legge l’universo pirandelliano, dove lo stesso autore ha uno sguardo proiettato verso le più insolite esistenze piene di sgomento e una realtà che può apparirci incomprensibile. Ma questo può essere anche definito un palco teatrale, dove Pirandello costruisce un nuovo tipo di dramma: diverso e volto a sconvolgere tutte le rappresentazioni di una borghesia precedente, per dare spazio a personaggi paradossali.

I suoi personaggi sono alla ricerca della propria identità, dilaniati e in continua lotta, con tutto quello che adesso possiamo definire come interiorità. Un senso dell’assoluto così diverso da quello che riconoscevamo nel Gabbiano Jonathan Livingston di Bach, perché con Pirandello passiamo attraverso l’accettazione dei dubbi, ansie e angosce, che fanno parte della cultura di un uomo contemporaneo che cammina sulla fune avendo perso ogni certezza.

La costruzione di questa novella non ci rivela subito il suo significato, proprio per la sua complessità, ma ci rimanda al ricordo del protagonista, come se tutta la vicenda fosse sepolta nell’oscurità aspettando di riemergere, come del resto la sua vita, che si svolge nella miniera dove si sente al sicuro quasi si trovasse dentro un grembo materno. E’ al sicuro perché si può muovere con destrezza, ma quella sera al di là della paura che la notte può infondere, quasi come un senso di vuoto da gestire tra individuo e mondo, accade che alla sua risalita trova la luce della luna che lo coglie di sorpresa, quasi come se fosse inaspettata nei suoi fili d’argento a catturare lo sguardo di uno tra gli ultimi uomini.

Pirandello, dentro un fatto insignificante, apre nuove prospettive ai suoi personaggi per distoglierli dalla tragicità del quotidiano e, come il protagonista, porta tutti a entrare dentro la miniera fino a intravedere una luce da raggiungere.

La luce rappresenta lo stupore e la salvezza, fino a guardare la luna meravigliosa che quella sera stava aspettando un uomo.

Claudia Pecoraro
Novembre 2021

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