«Non si sa come», scandaglia una delle più brucianti contraddizioni della nostra esistenza: la distanza tra volontà e destino, tra ciò che scegliamo e ciò che non possiamo invece controllare. La vita si presenta a chiedere il conto, improvvisa come l’arrivo di un terremoto e la sua forza prorompente scardina ogni possibilità di inquadramento formale FONTE Novelle «Nel gorgo» (1913) – «Cinci» (1932) – «La realtà del sogno» (1914) Approfondimenti nel sito: Premessa |
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Premessa
Nell’anno in cui è insignito del Premio Nobel per la Letteratura, Pirandello scrive questo dramma che affronta il tema del rapporto tra coscienza e realtà quotidiana, tra i dettati della ragione e gli impulsi dell’istinto, seguendo il quale si compiono azioni senza saperne il perché, senza avere gli strumenti per giudicarle e pertanto relegate nel mondo dell’irrealtà.
Il dramma fu composto nel ’34 e riprende il tema delle novelle Nel gorgo (1913), Cinci (1932), La realtà del sogno (1914); fu rappresentato per la prima volta a Roma nel ’35, con l’interpretazione di Ruggero Ruggeri al Teatro Argentina.
L’azione si svolge in un ambiente raffinato e lussuoso: il conte Romeo Daddi, pur innamoratissimo della moglie, improvvisamente in un attimo si è trovato a tradirla con un’amica di famiglia, Ginevra, moglie del suo più caro amico. Si trova ora circondato da un insieme di macerie: sono stati travolti la sua volontà, il suo amore per la moglie, la sua lealtà verso l’amico. Dove sono finiti questi princìpi e questi sentimenti? Da dove è sorto l’impulso irrefrenabile quanto improvviso della passione accecante? Queste domande angosciose assediano Romeo Daddi, che da questo «delitto innocente», è portato a ricordarne un altro che commise da ragazzo, uccidendo un suo coetaneo. Riaffiora con una sconcertante precisione di particolari l’antico delitto; ma il problema per Romeo Daddi non è tanto il rimorso quanto l’investigazione torturante della ricerca della responsabilità. Chi ha compiuto quelle azioni, se non è stato certo lui a volerle? La scissione dell’io, entità non certo unitaria e monolitica, ritorna in questo dramma molto serrato e convincente nelle stravolte ma lucidissime argomentazioni del protagonista. La parte animale dell’uomo, l’istinto vive una sua vita profonda assolutamente non riconducibile alla ragione, alle convenzioni, alle regole della società. Ma per Pirandello non si può certo rimanere nell’abisso; la riemersione porta con sé il pesante fardello della responsabilità che l’uomo contemporaneo non può certo eludere. A proposito dì questo dramma Pirandello così si esprimeva in un’intervista a M. Missiroli: «…nel mondo morale la coscienza si risveglia come un giudice severissimo e intransigente nell’animo di chi ha infranto la legge. Il delitto appartiene alla natura, ma il momento veramente drammatico è quello della giustizia, ed è tanto più drammatico quanto più il tribunale è invisibile cioè nella coscienza…»..
1935 – Non si sa come – Dramma in tre atti
Premessa
Personaggi, Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo
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