2008. RAI.
Leo Gullotta – Il trasparente Signor Paolino.
Antonella Attili – La virtuosa signora Petrella.
Carlo Valli – Il capitano Petrella.
Regia di Fabio Grossi.
FONTE Novella «Richiamo all’obbligo» (1906)
STESURA gennaio-febbraio 1919
PRIMA RAPPRESENTAZIONE 2 maggio 1919 – Milano, Teatro Olimpia, Compagnia Antonio Gandusio.
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Approfondimenti nel sito:
Sezione Novelle – Richiamo all’obbligo
Sezione Teatro – L’uomo, la bestia e la virtù
Sezione Video – L’uomo, la bestia e la virtù – 1953. Film. Totò, Orson Wells
La stesura della commedia si fa risalire al gennaio-febbraio del 1919. Definita da Pirandello «apologo in tre atti», fu rappresentata per la prima volta al Teatro Olimpia di Milano il 2 maggio 1919 dalla Compagnia di Antonio Gandusio. Il 10 settembre dello stesso anno fu pubblicata nella rivista Comoedia, quindi in volume nel 1922 presso l’Editore Bemporad di Firenze. La prima rappresentazione fu accolta sfavorevolmente dal pubblico e dalla critica, tanto singolare è lo sviluppo farsesco e a forti tinte del dramma, da rivelare apparentemente persino un fondo di cinismo. Marco Praga capì invece che Pirandello «sotto l’apparenza della farsa, ha voluto mettere qualcosa, una satira tragica e atroce… una mascherata da trivio imposta ai valori astratti, morali e religiosi, dell’umanità».
E forse proprio la scabrosa vis farsesca ha assicurato a questa commedia, una volta accettata dal pubblico e dalla critica, un grande successo, in Italia e all’estero, tanto da risultare tra le più rappresentate. E significativo che l’uomo sia il signor Paolino, professore rispettabile, che peraltro ha una doppia vita, la virtù la Signora Peretta sua amante, una donnetta goffamente vestita, in apparenza tutta modestia, virtù e pudicizia, anche se… incinta del signor Paolino, la bestia, il marito, capitano di marina che torna raramente a casa, ha un’altra donna a Napoli ed evita di avere rapporti fisici con la moglie, usando ogni pretesto.
Senza l’incidente dell’inattesa maternità tutto sarebbe filato per il meglio e i due amanti avrebbero potuto continuare per anni e anni a recitare la loro parte, in pubblico, di persone perfettamente in regola, tenendo ben nascosta la loro relazione. E questa la società che Pirandello ci rappresenta, una società che pratica una falsa onestà, che in apparenza accetta le norme comuni e le convenzioni e in segreto le trasgredisce. L’incidente occorso alla Signora Peretta e al signor Paolino minaccia di sconvolgere quest’ordine basato sull’ipocrisia e costringerà il professore a cercare una soluzione a ogni costo, superando tutti i limiti della convenienza borghese. La situazione è di per sé paradossale: egli è costretto ad adoperarsi per gettare la sua amante fra le braccia del marito, studiando tutti i possibili espedienti, comprese le torte afrodisiache di classica memoria (si pensi a La mandragola di Machiavelli). Il caso è drammatico, perché il marito si fermerà in casa una sola notte e poi resterà lontano per almeno altri due mesi. Di qui la grande concitazione dei due protagonisti.
Il signor Paolino arriva addirittura a suggerire alla signora Peretta di mettere in mostra «i tesori» di grazia e bellezza del suo corpo che lei tiene «gelosamente e santamente custoditi». Questo impasto di ipocrisia e di sesso è uno degli aspetti esemplari di questa farsa che riesce a essere esilarante e a un tempo di una grande forza polemica per la graffiante satira che la percorre.
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