Di Luigi Pirandello e Eduardo de Filippo.
1979. RAI.
Michele Crispucci: Eduardo.
Abbatino: Antonio Casagrande.
Assunta: Lilli Tirinnanzi.
Avv. Boccanera: Mario Pisu.
Carmenella: Nilde D’Alessio.
Clara: Didi Perego.
Regia di Eduardo De Filippo, Guglielmo Morandi
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STESURA 1935
PRIMA RAPPRESENTAZIONE 1° aprile 1937 – Milano, Teatro Manzoni.
Approfondimenti nel sito:
Sezione Novelle – L’abito nuovo
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La trama
A Napoli, il modesto impiegato Michele Crispucci vive a Napoli con la figlia Assuntina, fidanzata con Concettino. Quando in città arriva la carovana del circo dove lavora l’ex-moglie di Crispucci, che ha abbandonato marito e figlia per condurre una vita licenziosa, il giovane decide di lasciare Assuntina temendo che il buon nome della famiglia si sporchi.
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Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello sono due autentiche anime sacre che aleggiano sempre quando si parla di Teatro, ma, più in generale, di arte. Due vanti del nostro Paese, che continuano a portare avanti le loro opere, al di là del tempo passato. Ebbene, queste due anime, questi due modi di creare la magia della scrittura e della recitazione, si sono incontrate in una commedia scritta proprio da entrambi nel 1935: “L’abito nuovo”.
Il loro progetto nacque intorno all’omonima novella di Pirandello, che Eduardo individuò come adatta ad una trasposizione teatrale e che segnò in qualche modo il distacco di Eduardo dal fratello Peppino, alla ricerca di un teatro più profondo, meno di evasione. Purtroppo Pirandello morì durante la stesura definitiva del testo e non vide mai la sua rappresentazione.
Appartenente al filone della ‘Cantata dei giorni pari’, “L’abito nuovo” rappresenta un adattamento di una novella dello stesso autore siciliano dal titolo omonimo. La prima rappresentazione, avvenuta a Milano al Teatro Manzoni il 1º aprile 1937, pochi mesi dopo la morte di Pirandello, ebbe un’accoglienza tiepida: Peppino De Filippo, profondamente avverso all’abbandono della drammaturgia napoletana in favore di adattamenti di opere altrui, criticò aspramente la scelta drammaturgica del fratello, sebbene figurasse nel ruolo di Concettino Minutolo. Nel 1964 Eduardo riprende la commedia in un’edizione televisiva in onda sulla Rai, che oltre a lui vede tra gli interpreti Ugo d’Alessio, Carlo Lima e Pietro Carloni.
Nel prologo Eduardo testimonia quanto abbia sentito vicino Pirandello in quei soli 15 giorni, che, però, hanno visto la collaborazione di quei due geni assoluti. A dispetto del fatto che Pirandello si trovasse nei panni del maestro e De Filippo, in quelli insoliti dell’allievo. Fu quello, però, per Eduardo, il primo vero segnale di distacco dal fratello Peppino e dal Teatro messo in scena fino ad allora. Alla ricerca di qualcosa di più profondo. Quello che, forse, senza quella collaborazione, non ci sarebbe mai stato. Quello che, negli anni a venire, abbiamo avuto modo di ammirare ed amare. Che ancora oggi portiamo dentro. Come lui, senza dubbio ha fatto con il ricordo di quei 15 giorni.
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