Il testamento – Capitolo 7: E nessuno m’accompagni, né parenti né amici

image_pdfvedi in PDF

Di Pietro Seddio

Prima di tutti i figli esclusi anche loro, poi gli amici più “intimi”, poi quelli meno ed infine i conoscenti e gli immancabili curiosi. E la notizia si sparse in un baleno tanto che i giornalisti che erano fuori la villetta torsero il naso. Cosa avrebbero scritto sul funerale. Funerale?

Il testamento di Luigi Pirandello

Per gentile concessione dell’ Autore

««« Cap. 6: Nudo
Cap. 8: Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta »»»

Indice Tematiche

Il testamento di Pirandello. Capitolo 7

Il testamento di Luigi Pirandello
Capitolo 7
E nessuno m’accompagni, né parenti né amici

Quanti ancora sostavano attorno al catafalco che raccoglieva le spoglie di Pirandello iniziarono a capire che niente avrebbero potuto fare. Pur tra delusione, sconcerto (qualcuno sentì di essere offeso per la prerogativa di sentirsi intimo amico del Maestro) si convinsero che quelle volontà dovevano essere eseguite alla lettera.

Qualcuno paventava che in caso contrario quel testardo d’uno scrittore siciliano avrebbe trovato il metodo per vendicarsi.

Ma di Pirandello tutto si poteva dire, meno che era vendicativo e dire che di attacchi feroci, di contumelie, ne aveva subito a iosa e quasi sempre gratuitamente.

Prima di tutti i figli esclusi anche loro, poi gli amici più “intimi”, poi quelli meno ed infine i conoscenti e gli immancabili curiosi. E la notizia si sparse in un baleno tanto che i giornalisti che erano fuori la villetta torsero il naso. Cosa avrebbero scritto sul funerale. Funerale?

Niente, dalla casa al cimitero e basta; nessuna cerimonia funebre né tanto meno religiosa.

Sarebbe stato un andare da solo verso quella che sarebbe stata la sua definitiva residenza.

Tra l’altro più volte lo aveva detto di aver percorso quel tratto di vita terrena da solo, sempre da solo facendo illudere quanti per caso gli furono accanto di essere indispensabili. Non li ha voluti per compagni nemmeno da morto.

Con la memoria si doveva andare a rivedere quanto scritto nella novella “L’uomo solo”, per comprendere molte cose. Infatti alla base di tutto c’è la consapevolezza dell’autore, ovviamente riversata sui personaggi delle sue novelle, di una mancanza di condivisione con gli altri: non ci si sente capiti perché quello che è considerato “valore” per l’uno non lo è per l’altro; si è lontani dal manifesto di “appartenere a qualcosa che lega” in quanto il qualcosa in questione non è poi così definito nemmeno in chi ci si aggrappa; l’uomo è solo, solo davanti agli altri, solo con se stesso, solo.

L’uomo smarrito è alla ricerca di qualcosa di cui ne sente la necessità ma non sa bene di cosa si tratta; in definitiva questa è la traccia della tematica di tutta la sua copiosa opera.

Quindi il desiderio di rimanere solo, anche in quell’ultimo viaggio, non compreso in quel frangente, costituiva la prosecuzione di quella coerenza cui già si è fatto cenno.

Il male moderno, la malattia terrificante che avvolge gli uomini in un vuoto senza fondo, dove finiscono col perdere anche se stessi, è stato presentato da Pirandello spesso con una veste ironica, con l’intento di far scaturire insieme alla riflessione un riso agrodolce.

Molto eloquente un pensiero, a tal proposito, scritto dal Maestro:

“La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi”. 

A questo punto i giochi sembravano fatti, occorreva prendere atto e, dolenti o nolenti, avrebbero provveduto ad esaudire tutti i desideri (espressi in modo imperativo, e lo avevano compreso bene), così da accontentarlo e almeno da morto lasciarlo in pace a godersi il meritato riposo. Ma sarebbe accaduto proprio così? No, perché Pirandello era Pirandello e doveva dar filo da torcere anche da morto.

E chissà quante risate si sarà fatto sotto quel lenzuolo che a malapena lo copriva.

Pietro Seddio

Il testamento di Luigi Pirandello

Il testamento di Luigi Pirandello – Indice
  • Il testamento di Luigi Pirandello
    Il testamento di Luigi Pirandello

    Di Pietro Seddio.  Da testimonianze oculari si seppe che il testamento era stato redatto qualche decennio prima che arrivasse la sua dipartita e che era stato vergato, dallo stesso, su un vecchio, sbiadito, foglietto. Era rimasto sepolto, tra le sue carte, per circa un venticinquennio…

  • Il testamento – Capitolo 1: Sia lasciata passare in silenzio la mia morte
    Il testamento – Capitolo 1: Sia lasciata passare in silenzio la mia morte

    Di Pietro Seddio.  In certi momenti di silenzio interiore, scriveva Pirandello, in cui l’anima nostra si spoglia di tutte le finzioni abituali, e gli occhi nostri diventano più acuti e penetranti, noi vediamo noi stessi nella vita e in sé stessa la vita quasi in…

  • Il testamento – Capitolo 2: Morto, non mi si vesta
    Il testamento – Capitolo 2: Morto, non mi si vesta

    Di Pietro Seddio.  Occorre, di fronte a questa imperativa richiesta, esaminare il concetto che alimentò l’Autore parlando dell’essere umano e il suo pensiero che si è snodato attraverso tutti i suoi numerosi scritti. Un rapporto non sempre facile in quanto l’uomo era una parte importante…

  • Il testamento – Capitolo 3: Mi s’avvolga nudo, in un lenzuolo
    Il testamento – Capitolo 3: Mi s’avvolga nudo, in un lenzuolo

    Di Pietro Seddio.  Nella concezione di Luigi Pirandello esisteva una connessione tra l’uomo e il personaggio e se questo viene a mancare, la stessa esistenza dell’uomo si spoglia completamente per diventare nudo ed allora a cosa servono i vestiti, gli orpelli. E quello che è…

  • Il testamento – Capitolo 4: E niente fiori sul letto e nessun cero acceso
    Il testamento – Capitolo 4: E niente fiori sul letto e nessun cero acceso

    Di Pietro Seddio.  Il fatto che non abbia voluto né fiori è ceri non è da considerare un capriccio quanto una conseguenza avendo sancito la nullità di quella vita che non voleva vestire, non poteva circondari di elementi così cari ai vivi: fiori e ceri…

  • Il testamento – Capitolo 5: Carro d’infima classe, quello dei poveri
    Il testamento – Capitolo 5: Carro d’infima classe, quello dei poveri

    Di Pietro Seddio.  Fuori aspettava il carro funebre chiuso con il cocchiere in cassetta che avrebbe guidato un povero cavallo attento a non scivolare, stante il tempo inclemente che aveva finito per rendere secchi gli ultimi fiori, che aveva reso il selciato bagnato e scivoloso.…

  • Il testamento – Capitolo 6: Nudo
    Il testamento – Capitolo 6: Nudo

    Di Pietro Seddio.  Nudo era nato in quella campagna agrigentina e nudo voleva ritornare. Nessuno avrebbe, a quel punto potuto contraddirlo. E in questa sua libera decisione appariva integralmente il concetto di vita che lo aveva alimentato sapendo che la Chiesa, in particolare, avrebbe avuto…

  • Il testamento – Capitolo 7: E nessuno m’accompagni, né parenti né amici
    Il testamento – Capitolo 7: E nessuno m’accompagni, né parenti né amici

    Di Pietro Seddio.  Prima di tutti i figli esclusi anche loro, poi gli amici più “intimi”, poi quelli meno ed infine i conoscenti e gli immancabili curiosi. E la notizia si sparse in un baleno tanto che i giornalisti che erano fuori la villetta torsero…

  • Il testamento – Capitolo 8: Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta
    Il testamento – Capitolo 8: Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta

    Di Pietro Seddio.  Lentamente, lentamente fino a quando non svoltò l’angolo. Fu allora che l’intirizzito cavallo incitato dall’altrettanto intirizzito cocchiere non si mise a trottare. Quella bara era ingombrante e prima raggiungeva il Verano prima sarebbero tornati al calduccio, uno nella stalla, l’altro nella sua…

  • Il testamento – Capitolo Cap. 9: Bruciatemi
    Il testamento – Capitolo Cap. 9: Bruciatemi

    Di Pietro Seddio.  Il problema che emergeva da quella richiesta, per alcuni del tutto assurda e anacronistica, aveva radici lontane giacché su questo argomento certamente il Maestro si era documentato e sapeva che quella pratica non era un capriccio, ma una “tradizione” che si perdeva…

  • Il testamento – Capitolo Cap. 10: L’Epilogo
    Il testamento – Capitolo Cap. 10: L’Epilogo

    Di Pietro Seddio.  Ma erano passati decenni santo Dio! niente da fare, la Chiesa, con tutta la sua autorità, si mise di traverso e tutto apparve più difficile, quasi impossibile. Ma davvero il Maestro non sarebbe più tornato nella sua terra natia? Il testamento di…

  • Il testamento – Conclusione
    Il testamento – Conclusione

    Di Pietro Seddio.  Quando il maestro siciliano spirò sul suo lettuccio in un triste giorno del dicembre 1936, racconta Alvaro, lui poté assistere a quanto si svolse attorno a quella salma perché quel foglietto girava di mano in mano alimentando malumori, dissensi, propositi, dinieghi e…

  • Il testamento – Appendice: I tre funerali
    Il testamento – Appendice: I tre funerali

    Di Pietro Seddio.  Il vaso greco e le sue ceneri vennero conservati nella casa natale di Pirandello, in attesa che il progettato monumento funebre a lui dedicato fosse realizzato in località Caos, proprio sotto il famoso pino al quale il drammaturgo era tanto affezionato. Il…

Indice Tematiche

Se vuoi contribuire, invia il tuo materiale, specificando se e come vuoi essere citato a
collabora@pirandelloweb.com

ShakespeareItalia

Skip to content