Di Biagio Lauritano.
Nel corso del romanzo le sensazioni diventano sempre più “dense” ovvero finiscono per costituire il contesto degli avvenimenti.
Una volta tornato ad essere Mattia, il protagonista si scontra con quella che potrebbe solo essere, ma in effetti non è, la cruda realtà.
Il valore delle sensazioni ne «Il fu Mattia Pascal»
Per gentile concessione dell’Autore
Il gusto per l’avventura possiede una valenza ossimorica nel “Il fu Mattia Pascal” nel senso che il protagonista vive la propria vita evadendo da ogni situazione che avverte come immotivata nella condizione di quello che lui vorrebbe essere il proprio benessere. In altre parole egli è riluttante alla vita ma, allo stesso tempo, in cerca di avventure poiché, secondo Mattia Pascal, queste, nascendo ex nihilo, gli permetterebbero di appropriarsi della identità non dovendo perciò dare conto alla società della sua condotta bizzarra.
La tematica dell’evasione dal chiuso della vita domestica si spiega come un anelito verso l’infinito, quasi a voler sottolineare il desiderio del protagonista di toccare ogni limite dell’esperienza umana, paradossalmente un vivere la vita attraverso tutto quello che il flusso vitale delle esperienze è in grado di offrirgli: il suo sembra quasi un progetto di vita come quello di Andrea Sperelli de “Il piacere” di D’Annunzio ovvero il voler vivere provando ogni cosa che da impulso alla vita. In tal senso l’oppressione di Mattia Pascal è solo apparente poiché egli possiede, fin dall’inizio del romanzo, la capacità di percepire le infinite sfaccettature della vita che vanno “assaporate” attraverso l’avvertimento delle sensazioni.
Anche quando Mattia Pascal cambia identità diventando Adriano Meis e vaga per le strade di Milano sono sempre le sensazioni a guidare il suo ego; a Milano il protagonista si sente sopraffatto dal caos delle macchine, espressione di un alienante progresso che sembra quasi cancellare i ricordi della vita passata di Mattia/Adriano. Infatti per quanto questi si sforzi di dimenticare, i ricordi, seppur inespressi, sono sempre lì ad accompagnarlo. E quando egli ritorna nel proprio albergo tenta un dialogo con il canarino in gabbia ovvero un monologo con se stesso a testimoniare il vaneggiamento di un desiderio di libertà che proprio perché non può essere reale si consuma nella sfera delle sensazioni che paradossalmente fungono da tracce dei ricordi della vita passata mai realizzata all’insegna del piacere proprio come in Andrea Sperelli.
Nel corso del romanzo le sensazioni diventano sempre più “dense” ovvero finiscono per costituire il contesto degli avvenimenti; si pensi allo scorrere dell’acqua delle fontane in piazza San Pietro a Roma il quale sembra anticipare il correlato oggettivo di Eliot, tanto caro a Montale, e rivelare il pessimismo nascosto di Mattia/Adriano, preludio della propria sconfitta. Per non parlare della seduta spiritica in casa Paleari che rende surreale la situazione vissuta dai personaggi, venendo così a costituire una sensazione ambigua ed ingannevole in contrasto sia col carattere tendenzialmente razionale di Mattia/Adriano sia con il relativismo conoscitivo di Pirandello.
Una volta tornato ad essere Mattia, il protagonista si scontra con quella che potrebbe solo essere, ma in effetti non è, la cruda realtà; infatti quella sorta di letargo della propria coscienza si manifesta ancora una volta nella dimensione della sensazione quando egli si presenta a casa sua ovvero appare agli altri ciò che, nel profondo del proprio io, non è mai stato. In tal senso le sensazioni, sempre fugaci e ingannevoli, fungono da pregiudizi che gli altri possiedono nei confronti di Mattia, pregiudizi che alimentano una concezione apparentemente oggettiva che gli altri hanno di Mattia Pascal, in realtà frutto di una distorsione spazio – temporale degli eventi che rende il protagonista “un morto nei confronti della vita”.
In conclusione l’effetto delle sensazioni è quello di fondere mirabilmente lo stato di coscienza di Mattia/Adriano con la realtà esterna facendo sì che non sia più possibile al primo distinguere i propri bisogni dall’atteggiamento miope di quanti si affidano ai valori autentici della vita da loro intesi però come delle mode passeggere.
Biagio Lauritano
20 luglio 2023
Se vuoi contribuire, invia il tuo materiale, specificando se e come vuoi essere citato a
collabora@pirandelloweb.com