Di Biagio Lauritano.
Cosa cerca di ottenere Pirandello guardando al passato per conseguire la libertà? Una chiave di lettura di noi stessi per meglio guardarci dentro? Ma questa sorta di analisi introspettiva non appartiene già a Svevo che individua negli atti mancati il rimando a cause inconsce nascoste?
Una personale riflessione sulla poetica pirandelliana
Per gentile concessione dell’Autore.
A mio avviso queste poche righe rappresentano una trasposizione in chiave diversa della mia riflessione sulla poetica pirandelliana il cui contenuto è stato già pubblicato su questo sito lo scorso 16 ottobre.
Inizio dicendo che Pirandello chiama sempre in causa il trascorso dell’anima quando si tratta di superare il dualismo forma/vita, ma questo perché? Ciò non è un controsenso se consideriamo che riferirsi al passato comporta sempre un allontanamento dalla realtà e quindi rimanere ancora una volta schiavi della forma? La forma è consuetudine, è norma, è mera ripetizione di atti condizionati psicologicamente dall’abitudinario passato, giusto? Cosa cerca di ottenere Pirandello guardando al passato per conseguire la libertà? Una chiave di lettura di noi stessi per meglio guardarci dentro? Ma questa sorta di analisi introspettiva non appartiene già a Svevo che individua negli atti mancati il rimando a cause inconsce nascoste?
In effetti così procedendo Pirandello da apparentemente luogo ad un’analisi piatta e superficiale, perché ripetitiva della poetica sveviana, del significato delle azioni in tutti personaggi delle sue opere; questo va accettato, però, solo se si guarda la cosa da una prospettiva unica. A mio avviso per capire Pirandello bisogna considerare l’analisi dei suoi personaggi a 360 gradi ovvero incrociando le varie prospettive di pensiero dei personaggi di tutte le sue opere dando così ragion d’essere di quel magna incandescente a cui lo scrittore si riferisce e questo avviene sì nel rispetto delle norme e consuetudini, ma proprio operando in tal senso queste vengono superate dando quindi la possibilità in una comunione inconscio-affettiva, del personaggio pirandelliano e del lettore insieme, di superare la forma e di approdare così alla vita.
Biagio Lauritano
Ricevuto via mail il 9 novembre 2024
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