««« Raccolta “Poesie sparse” (1890/1933)
19. Per la prossima estate
Da La Critica diretta da Gino Monaldi, il 28 marzo 1896, a firma “Paulo Post”.
Serva sua, serva sua, Signora Gallia!
Vengo ad infastidirla un’altra volta…
È vero sí che Lei neppur mi pallia
il mal garbo con cui m’ha sempre accolta
con qualche scusa, o d’un dolor di capo
o che so io; ma non importa: ho molta…
pazïenza, e poi L’amo. E a Lei daccapo
eccomi, per saper come dovrei
vestir, l’estate prossima. Mi scapo,
creda, a trovar da me; ma i gusti miei
son cosí schiavi ormai de’ Suoi, che niente
piú mi contenta, se non vien da Lei.
Vani quest’ occhi son senza la lente
ch’Ella mi presta, e solo mi par bello
quel che Lei come tal m’indica e sente.
Basta Signora Gallia, per modello
mi vorrebbe inviar qualche Sua vesta
smessa, d’estate, e dirmi che cappello
ai bagni e in villa ho da portare in testa?
P.S.
Signora Gallia mia, me ne scordavo!
I libri… dica, che libri mi da’
da leggere? Il D’Annunzio è dunque un bravo
romanziere? Ho di lui, la scorsa està,
letto un libro, che Lei, tanto cortese,
mi tradusse, quantunque per metà
(dicon almen) composto ei l’abbia a spese
di Lei. Se è vero, l’amo tanto piú,
quanto che or lo conosco esser francese.
Gli altri sono lo stesso, sú per giú:
tutti da Lei derivano, e per ciò
non val la pena che ci perda su
tempo, poiché li ho letti e già li so
nel testo. E dica, son di moda ancora
i romanzieri russi e l’Ibsen? Ho
quest’ultimo in grand’odio: ahimè, m’accora
senza diletto alcun; ma, se a Lei piace,
pazienza, io l’applaudo e alla buon’ora!
Verlaine è morto, e non mi so dar pace.
Condoglianze! La musa ora da balia
faccia al mio Mallarmé che troppo tace.
E Lei mi creda la Sua serva “Italia”.
(Paulo Post)
Widget not in any sidebars
Se vuoi contribuire, invia il tuo materiale, specificando se e come vuoi essere citato a
collabora@pirandelloweb.com