1928, marzo. Giornale Luce A0062
Teatro Argentina, Roma. Con Marta Abba e Lamberto Picasso
Descrizione sequenze: Pirandello dirige una scena con Marta Abba e Lamberto Picasso ; le prove degli attori ; Pirandello, tra la Abba e Picasso, dà loro indicazioni ; la Abba e altri provano una scena sopra ad un piano inclinato ; l’architetto Marchi mostra un bozzetto agli attori
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L’inadeguatezza della messinscena nei confronti del testo e l’impossibilità dell’attore di riproporre integralmente il personaggio da lui interpretato, porteranno Pirandello a una riflessione sulla discrasia tra testo e teatro che si rifletterà nelle sue opere cosiddette metateatrali come “Questa sera si recita a soggetto”.
Nonostante il suo intempestivo interesse nei confronti del teatro, Pirandello è da considerare, assieme al collega D’Annunzio, una personalità di rilievo all’interno del panorama italiano sia drammaturgico che registico di inizi Novecento, data la sua duplice natura di drammaturgo e direttore di scena (“regista di se stesso”). A differenza dei grandi registi d’oltralpe come Antoine e Stanislaskij, solamente interpreti e non autori dei testi drammaturgici da loro inscenati, Pirandello è dapprima creatore delle drammaturgie destinate a essere rappresentate, perciò si accorge ben presto del “tradimento” che un testo subisce nel momento in cui viene riproposto da altri interpreti, i quali non possono che riproporre un mero surrogato dell’opera pensata dall’autore: il teatro tradisce inesorabilmente il significato dell’opera originaria; del resto Pirandello in passato (quando ancora era forte la sua avversione per la messinscena) nell’“Illustratori, attori e traduttori” (1907) aveva asserito che il teatro “non è una forma d’arte ma una degradazione dell’opera pensata, progettata e scritta dall’autore”.
Tutto questo in un periodo dove in Italia il termine “regista” non era ancora associabile a una figura ben precisa, soprattutto a causa del sistema capocomicale che lasciava spazio allo stravolgimento del testo teatrale a opera del grande attore (tra i massimi esponenti Eleonora Duse ed Ermete Zacconi). Sia il sistema capocomicale sia l’impossibilità oggettiva dell’attore di rappresentare con esattezza le visioni immaginifiche del drammaturgo spingono Pirandello a intervenire in maniera sempre più concreta nella messinscena dello spettacolo.
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